Il gioco d’azzardo si caratterizza per una scommessa in denaro il quale esito non dipende dalle capacità della persona, ma dal caso. Negli ultimi tempi si sente sempre di più parlare di Gioco d’Azzardo Patologico e sempre più i luoghi che incontriamo giornalmente (bar, tabaccherie, sale gioco, Bingo) ci “invitano” a giocare. Anche la facilità di accedere a questi giochi attraverso internet e smartphone contribuisce a diffondere il fenomeno. Secondo il Sole 24 Ore del 2015 in Italia sarebbero presenti 900 mila persone affette da questa malattia. Perché è proprio di malattia che dobbiamo parlare, e no di vizio o ludopatia che “addolciscono” la gravità del disturbo che investe non solo il singolo ma anche la famiglia e in termini più generali anche la società, se consideriamo la spesa sanitaria che l’Italia investe per curare i giocatori patologici.
L’attività ludica è comunque importante soprattutto per la crescita dell’individuo, infatti attraverso questa il bambino apprende i processi di socializzazione, regole e ruoli sociali. Nell’adulto permette di scaricare la tensione accumulata. Il gioco d’azzardo invece rientra tra i giochi di alea in cui è la fortuna a essere protagonista e la scommessa viene fatta su ogni tipo di evento in cui le abilità della persona non sono sufficienti o per nulla determinanti. Non tutti quelli che giocano sono necessariamente patologici, distinguiamo infatti tra:
Quali sono le cause del Gioco d’Azzardo Patologico e perché ci si ammala?
Le cause del gioco patologico sono varie e non è possibile definirne con certezza una. Sicuramente però possiamo parlare degli aspetti socio demografici e della familiarità al disturbo. Questo significa che avere un familiare che gioca d’azzardo aumenta il rischio di diventarne dipendente. Gli uomini sembrerebbero essere maggiormente colpiti da questa dipendenza. Tra uomini e donne ci sono anche delle differenze rispetto alla “scelta” del gioco. Le donne sarebbero più incline a preferire giochi più isolati, quali Bingo e Gratta & Vinci in quanto le cause sembrerebbero risiedere nei sentimenti di solitudine e tratti depressivi; gli uomini invece preferirebbero giochi più adrenalici come le bollette calcistiche o le slot.
Anche un’alterazione a carico dei recettori dopaminergici avrebbe un ruolo condizionante per lo sviluppo del disturbo.
Inoltre ci sono degli aspetti legati alla personalità dell’individuo. Per esempio la ricerca di emozioni (Sensation Seeking) potrebbe essere un fattore rilevante, per cui il giocatore avrebbe bisogno di provare emozioni più forti rispetto a soggetti non dipendenti.
Le distorsioni cognitive legate all’esito degli eventi. Il giocatore tenderebbe a sopravvalutare le proprie capacità nel gioco agendo delle previsioni errate, sovrastimando le vincite e sottostimando le perdite.
Alcuni farmaci come quelli per curare il Parkinson e la sindrome delle gambe senza riposo, possono avere come effetto collaterale il gioco compulsivo.
La storia di ognuno. In molti casi sono presenti degli eventi traumatici da considerarsi come rinunce o piccoli traumi che si susseguono nella vita della persona.
Infine non possiamo ignorare il contesto socio-economico nel quale viviamo, infatti la crisi economica in Italia ha aumentato il numero dei giocatori per un bisogno-speranza di migliorare la propria vita con un po’ di “fortuna”. Il gioco, con le sue “proprietà” dissociative, ha un grande scopo e cioè quello di poter allontanare (psicologicamente) la persona dai propri problemi e dai pensieri negativi e disturbanti.
Per diagnosticare il disturbo da gioco d’azzardo la persona deve presentare almeno quattro di questi sintomi per un periodo di almeno 1 anno:
Le persone affette da questo disturbo possono presentare altre dipendenze da sostanze o una comorbilità con altri disturbi quali ansia e depressione.
Molti giocatori hanno tentato di smettere di giocare e anche se questa sospensione può durare alcuni mesi, in realtà senza un efficace trattamento psicologico la persona tornerà ben presto a giocare.
Nella mia esperienza clinica il trattamento più efficace è quello individuale e familiare e/o di coppia. La famiglia infatti è un sistema altamente funzionale per il trattamento del Gioco d’Azzardo Patologico. Spesso il giocatore è “bugiardo” perché per nascondere la propria dipendenza e procurarsi il denaro necessario, può adottare dei comportamenti eticamente scorretti come rubare soldi in casa. Il lavoro con la famiglia e la coppia diventa quindi essenziale per ristabilire un rapporto di fiducia, ma anche perché è attraverso illavoro di “squadra” che è possibile intervenire efficacemente nel processo di cura.
Anche la terapia di gruppo è un intervento efficace, in quanto attraverso il rispecchiamento e il confronto con gli altri giocatori è possibile ridurre il comportamento patologico.
…intanto cosa puoi fare?
Premesso che non è possibile pensare di trattare un disturbo mentale con la “sola forza di volontà” ci sono delle piccole cose che puoi fare se riconosci di avere un problema con il gioco. Prima di tutto accetta di avere un problema e quindi parlane con i tuoi familiari essendo sincero con loro, ma soprattutto con te stesso.
Cerca di non nascondere i debiti, in quanto anche un solo piccolo debito non detto alla tua famiglia, non farebbe altro che sostenere il desiderio di giocare per potertene liberare.
Evita tutti i luoghi in cui solitamente vai a giocare perché alimenterebbe il tuo desiderio.
Ma soprattutto CHIEDI AIUTO!
Qui di seguito puoi trovare un link per un’autovalutazione del Gioco d’Azzardo Patologico
http://www.giocaresponsabile.it/?fuseaction=TestSOGS
Dott.ssa Cristina Lo Bue
BIBLIOGRAFIA
-Lavanco G., Varveri L. “Psicologia del gioco d’azzardo e della scommessa, Carocci, 2006
-F. Picone “Il Gioco d’azzardo patologico” Carocci, 2010
-American Psychiatric Association, “DSM 5” , Raffaello Cortina Editore, 2014, Milano
FONTI
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-04-21/in-italia-900mila-affetti-malattia-gioco-d-azzardo-193951.shtml?uuid=ABw3xBTD