Sarà capitato a tutti di tornare indietro dopo aver parcheggiato per il dubbio se “abbiamo chiuso l’auto oppure no” , o verificare almeno due volte se abbiamo chiuso la porta di casa! Se la maggior parte delle persone compie queste azioni una volta ogni tanto, magari perché in quel momento pensa ad altro ed è distratta su ciò che sta facendo, le persone con un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), svolgono queste azioni continuamente, perché vivono nel dubbio costantemente. Il disturbo ossessivo-compulsivo, come lo stesso termine indica, è caratterizzato da compulsioni e ossessioni.
Le compulsioni sono dei comportamenti che la persona ripete più e più volte, che diventano debilitanti. Le compulsioni sono finalizzate a sbarazzarsi dell’ansia o di “controllare” una situazione che si ha paura possa accadere, come per esempio la morte di una persona cara. La soluzione è del tutto irrealistica, in quanto è impossibile che riporre le magliette in un cassetto secondo un ordine di colore possa prevenire gli eventi infausti. Le compulsioni sono diverse: lavarsi le mani dopo aver toccato la maniglia di una porta, pulire continuamente anche quando non c’è bisogno, l’ordine e la simmetria degli oggetti.
Le ossessioni invece sono pensieri, immagini o impulsi intrusivi, cioè che si presentano alla mente della persona senza che questa ne abbia un controllo. La maggior parte delle persone con DOC manifesta sia ossessioni che compulsioni, ma è anche vero che possono presentarsi o le compulsioni o le ossessioni.
Di solito le ossessioni precedono le compulsioni, che sono viste come unica via di fuga dal pensiero o dall’immagine disturbante. Per esempio la persona pensa che potrebbe fare del male a qualcuno e questa idea diventa talmente disturbante che metterà in atto una serie di comportamenti che possano prevenire ed evitare che questo accada e quindi deciderà di non toccare più un coltello.
Bisogna specificare che ognuno di noi ha delle routine e delle abitudini che svolge quotidianamente, queste non rientrano nella specificità del DOC, che è invece un disturbo più o meno grave e che interferisce con lo svolgimento delle attività di vita quotidiana della persona.
Nonostante ognuno possa sviluppare dei sintomi specifici, è vero anche che ci sono sintomi comuni alle persone affette dal disturbo ossessivo-compulsivo. Tra questi troviamo:
Il disturbo ossessivo-compulsivo colpisce donne e uomini in modo indistinto, di qualunque razza e cultura. Di solito inizia in tarda adolescenza o nella prima età adulta. I sintomi insorgono di fronte a eventi o periodi stressanti e possono durare a lungo se non vengono trattati. La sintomatologia è di solito ego distonica, cioè la persona percepisce i sintomi come disturbanti e distanti da sé. La familiarità al disturbo aumenta la probabilità di soffrirne. Ma quali potrebbero essere le cause?
Cause biologiche. Queste teorie si concentrano sui circuiti cerebrali che regolano i nostri comportamenti primitivi quali l’aggressività e la sessualità. Si ipotizza che nel DOC ci sia una difficoltà a ignorare gli impulsi di questo circuito portando a comportamenti ripetitivi cioè le compulsioni. Per questo il cervello avrebbe difficoltà a spegnere i pensieri di contaminazione portando la persona a lavarsi continuamente le mani.
Anomalie della serotonina. La serotonina è un neurotrasmettitore che permette di trasmettere le informazioni da un neurone all’altro, ed è importante per diverse funzioni quali la regolazione dell’umore, del sonno e della sessualità. I pazienti con DOC presenterebbero una riduzione dei livelli di questo neurotrasmettitore.
Cause psicologiche. Freud supponeva che una delle cause del disturbo fosse da rintracciare nella fase anale, cioè quella fase dello sviluppo tra i 18 mesi e i 3 anni, in cui il bambino è “educato” dai genitori al controllo degli sfinteri anali. Genitori troppo rigidi sul controllo porterebbero il bambino a un “addestramento” eccessivo alla pulizia, e quindi a rinunciare a ciò che è naturale con ciò che è socialmente accettabile (Mc Williams, 1999). Questi bambini svilupperebbero un Super-Io troppo rigido, e quindi saranno inflessibili verso se stessi lottando, inconsciamente, tra ciò che vogliono e ciò che ‘devono’, sacrificando anche la possibilità di manifestare la rabbia per timore di essere puniti.
Un disturbo ossessivo-compulsivo di solito richiede un intervento farmacologico per ridurre i pensieri ricorrenti e le compulsioni. Fondamentale è l’integrazione con la psicoterapia. Di solito il disturbo porta a dei problemi di tipo relazionale, aumentando il rischio dell’isolamento e di divorzio. È per questo che una psicoterapia psicodinamica favorirebbe la possibilità di affrontare questi problemi relazionali, agendo sulla sintomatologia.
La psicoterapia psicodinamica permette di poter riflettere sul significato del sintomo e ridefinire un senso di sé che non considera solo le ossessioni e le compulsioni. È importante dare la possibilità al paziente di poter esprimere la rabbia senza che questa venga giudicata e infondergli rassicurazioni sul fatto che avere pensieri conflittuali tra loro, che portano alla necessità di controllare gli eventi, è una cosa normale.
Dott.ssa Cristina Lo Bue
BIBLIOGRAFIA