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IL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’

Pubblicato da Cristina Lo Bue a Maggio 13, 2018
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  • Disturbi di personalità
  • Disturbo borderline
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  • disturbo borderline
  • disturbo borderline di personalità

La caratteristica principale del disturbo borderline di personalità è un modello prevalente di instabilità nelle relazioni interpersonali, nell’immagine di sé e nelle emozioni. L’impulsività è una caratteristica tipica del disturbo, e spesso sfocia in comportamenti autolesionistici come procurarsi tagli, tentati suicidi e comportamenti sessuali a rischio.

Come tutti i disturbi di personalità (modello costante di esperienza interiore e di comportamento che devia rispetto alla cultura di appartenenza, e dura tutta la vita) anche il disturbo borderline si manifesta nella prima età adulta e si manifesta con labilità delle emozioni e dei sentimenti che la persona prova verso gli altri, ma anche verso se stesso.

I sintomi

I sintomi del disturbo borderline sono vari, ma tutti girano intorno al nucleo della paura dell’abbandono e del senso di vuoto. È un disturbo che si manifesta in modo più o meno grave e anche ai professionisti della salute mentale potrebbe sfuggire una diagnosi di disturbo borderline di personalità. I sintomi principali sono:

  • Paura dell’abbandono
  • Relazioni instabili. Le relazioni sono intense ma anche molto precarie e di breve durata. I borderline sono persone che si innamorano facilmente, credendo che ogni nuova persona sia quella “giusta” e non esiste una sfumatura tra una relazione perfetta e una orribile. Il pensiero infatti è dicotomico, cioè non ha la possibilità di vedere e considerare le vie di mezzo: quando si è troppo vicini all’altro si teme un eccessivo coinvolgimento, quando si è distanti si teme l’abbandono. La reazione degli altri sarà di sorpresa e incredulità rispetto alle reazioni esagerate del borderline.
  • Immagine instabile di sé e degli altri. Con il concetto di sé facciamo riferimento a come il soggetto percepisce se stesso in relazione alla rappresentazione che gli altri hanno di lui. E’ un costrutto interno ma che dipende dall’esterno. I modi di percepire se stessi e gli altri sono molto altalenanti: possono odiare e subito dopo amare. Il senso del sé è confuso. Le persone borderline non riescono a descrivere se stessi e gli altri in modo chiaro e spesso utilizzano categorie comuni e generali (es. “mia madre è una persona normale”) e se messi sotto pressione rispetto alla descrizione degli altri, reagiscono con grande imbarazzo. Non sono ai livelli dei soggetti psicotici, che spesso non sanno di esistere, ma sicuramente la definizione e comprensione di sé è deficitaria. Di conseguenza possono cambiare lavoro, amici, religione, valori e obiettivi della propria vita.
  • Comportamenti autodistruttivi. I soggetti borderline vanno alla ricerca di forti sensazioni, spesso nel tentativo di “sedare” i propri vissuti interiori e pensieri disturbanti. Possono apparire impulsivi, per esempio spendere molto denaro che non si possono permettere, abbuffarsi, guidare in modo spericolato, esagerare con droghe e alcol ed essere promiscui, mettendo seriamente in pericolo la propria vita, anche se questi comportamenti danno una sensazione di sollievo e aiutano a sentirsi meglio.
  • Autolesionismo e comportamento suicidario. Quest’ultimo comprende anche il pensiero al suicidio, o le minacce di suicidio. In molti casi i soggetti borderline tentano il suicidio o riescono a portarlo a compimento. Il dolore, le emozioni e l’instabilità sono talmente forti che sono difficili da tollerare e il suicidio sembra l’unica soluzione a questi vissuti disturbanti. L’autolesionismo invece include tutti i tentativi di ferirsi senza un intento suicidario. Il taglio rappresenta un modo per punirsi o per sentirsi vivi.
  • Emozioni incontrollabili. Ci si potrebbe sentire felici e subito dopo molto giù. Le emozioni che la gente riesce a gestire e controllare, sovrastano il soggetto borderline entrando in una spirale emotiva non controllabile. A differenza dei cambiamenti emotivi del disturbo bipolare che durano per periodi più lunghi, quelli del disturbo borderline sono più brevi e durano da qualche ora a qualche minuto.
  • Sensazione cronica di vuoto.
  • Rabbia.Il temperamento di questi soggetti è spesso irascibile, e può avere delle reazioni comportamentali pericolose per sé e per gli altri (es. lanciare oggetti) ma la rabbia non sempre dipende dagli altri, spesso il soggetto è arrabbiato con se stesso.

La paura dell’abbandono

Le persone con disturbo borderline di personalità sono più sensibili rispetto alla maggior parte delle persone. Quello che sperimentano è un importante senso e paura dell’abbandono e della separazione anche quando questa è transitoria e non mette a rischio la relazione. Il borderline può manifestare un’improvvisa disperazione di fronte all’annullamento di un appuntamento da parte di una persona per lui importante. Questo implica che la persona sarà vista come “cattiva” passando dall’odio all’amore improvvisamente senza che l’altro riesca a comprendere l’esagerata reazione. Questo perché il vissuto principale è la paura dell’abbandono e di rimanere soli, perché credono (inconsciamente) di non esistere senza l’altro. L’abbandono è da evitare a tutti i costi e per questo hanno la capacità di legarsi molto velocemente e intensamente alle persone, idealizzandole e mettendole al centro della propria vita subito dopo averle conosciute. Ma nel momento in cui la paura dell’abbandono inizia a materializzarsi, i sentimenti si trasformano in odio e sfiducia e assumono comportamenti distruttivi che inevitabilmente rovinano la relazione, ottenendo effettivamente l’allontanamento dell’altro.

Le cause

Le cause del disturbo borderline di personalità sono una combinazione di fattori biologici, ereditari e ambientali quali soprattutto le esperienze traumatiche durante l’infanzia.

Gli studi delle neuroscienze rivelano i meccanismi cerebrali sottostanti al disturbo, e affermano che queste persone hanno un’alterazione della regolazione dei circuiti neurali che modulano le emozioni. L’amigdala ha una funzione principale in questo meccanismo, in quanto regola le emozioni negative (rabbia, umore depresso, aggressività).

Mi soffermerò sulle cause psicodinamiche e ambientali del disturbo.

I pazienti borderline hanno avuto la sfortuna di avere avuto una madre che non ha favorito la separazione. Da una parte li hanno scoraggiati durante il processo di individuazione, quindi non hanno favorito l’autonomia, dall’altra, nel momento in cui il bambino aveva bisogno di un suo avvicinamento, la madre l’ha rifiutato. È una relazione conflittuale in cui spesso la figura paterna è assente, fisicamente o emotivamente.

Altro fattore è la presenza di un trauma infantile. L’abuso sessuale è presente nella storia di molti di questi pazienti, ma non è una condizione esclusiva per la formazione del disturbo: trascuratezza genitoriale e ambiente familiare caotico  costituiscono allo stesso modo un fattore di rischio.

Le relazioni incostanti e problematiche non permettono al bambino di creare un attaccamento sicuro e quindi svilupperà dei modelli relazionali incerti e precari che lo accompagneranno per tutta la vita. I pazienti borderline sono stati dei bambini che hanno sempre dovuto stare attenti alle espressioni ed emozioni dei genitori, per comprendere se ci si poteva o no avvicinare. Il rischio però è quello che il bambino vive in una condizione di allerta continua e vede il pericolo abbandonico anche quando non c’è. Quando credono di intuire un possibile allontanamento dell’altro, si distaccano prima loro per evitare la sofferenza e avere almeno un controllo sulla relazione.

Il trattamento

La farmacoterapia è diventata una parte sempre più importante per il trattamento del disturbo borderline di personalità, quindi è necessario fare una visita psichiatrica e assumere la terapia indicata in maniera corretta per ridurre la sintomatologia come l’ansia e la rabbia in modo che la persona possa adottare una migliore capacità per interpretare e affrontare il mondo esterno e anche i pensieri provenienti da quello interno. La terapia farmacologica è comunque sempre del tutto personale e quindi è possibile che la persona debba provare diversi farmaci prima di trovare la cura giusta per lei.

Fondamentale è la psicoterapia a lungo termine che ha lo scopo di aiutare la persona a ottenere un migliore controllo sui propri pensieri e sentimenti. Fondamentale obiettivo sarà quello di favorire l’accrescimento della capacità di mentalizzazione, cioè quel processo che permette di dare senso e significato agli stati mentali propri e altrui. È quindi importante che il terapeuta possa fornire un diverso punto di vista al paziente e alle relazioni con gli altri.

Dott.ssa Cristina Lo Bue

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